Ypres… un nome mitico del rallysmo, una classicissima del campionato europeo… una gara assolutamente unica nel suo genere. Dal punto di vista della guida forse è perfino una gara poco gratificante, con le sue stradine velocissime e i mille bivi che obbligano a continue staccate… ma il fascino di Ypres è anche in altre cose.. nei ritmi indiavolati della gara, con trasferimenti ridottissimi, ed anticipi minimi, ad esempio. Quest’anno la seconda tappa prevedeva in 11 ore ben 14 prove speciali, per complessivi 220 km. Si tratta di ritmi che ormai non si trovano più da nessuna parte e che qua son possibili perché tutte le prove sono raccolte in un raggio di 20 km nell’area intorno alla città di Ypres.

Il fascino della gara è anche proprio nella città di Ypres, nel suggestivo ambiente del Markt, la piazza principale, da sempre teatro di partenza e arrivo, da molti anni anche sede dell’unico parco assistenza. Difficile immaginare qualcosa di simile anche da noi…. Immaginate un parco assistenza in Piazza del Duomo a Milano, o in Piazza del Campo a Siena, e avrete un’idea della suggestiva ambientazione del service per le strade di Ypres. Certo, non è un posto comodissimo in cui lavorare, per raggiungere il refuelling è indispensabile uno scooter o una bici ma come rinunciare a una cornice così?

Una delle variabili più snervanti di Ypres è sempre stato il meteo… con la pioggia frequente ma mai costante, con le strade che asciugano velocemente, i mille fondi diversi: l’asfalto buono, quello scivoloso anche sull’asciutto, il cemento, il pavé. L’edizione di quest’anno è stata invece caratterizzata dal secco e dal gran caldo. Non ha piovuto per giorni e la gara è stata persino più dura del solito. Il ritmo indiavolato delle speciali ha indotto all’errore gran parte dei protagonisti e gli incidenti si sono susseguiti in continuazione… dei pretendenti al titolo europeo l’unico a concludere è stato Simon Jean Joseph, sesto alla fine ma dopo aver perso 7’ in bilico su un fosso. Proprio la frequente presenza dei fossi a bordo strada ha causato la maggior parte dei ritiri e in molti si sono dovuti fermare con l’auto perfettamente in ordine ma impossibilitati a uscire dalla loro personale trappola (ed è esattamente quello che è successo anche a noi, purtroppo…).

Ypres è anche 3 rally in uno… al rally valido per l’europeo vanno infatti associati il Cats rally (rally nazionale che ammetteva al via le WRC, le 2 Porsche Gt che corrono nel campionato belga, svariate Bmw M3 ed altre omologazione scaduta) ed il Rally Storico. Il Rally Storico è un evento di portata internazionale, con un proprio shakedown, un proprio parco assistenza, una propria festa di fine gara, non solo un modo per rimpinguare l’elenco iscritti come nella maggior parte delle gare nostrane. Il risultato è che la somma degli iscritti nelle 3 gare superava le 170 unità… Forse a qualcuno degli esponenti Csai che ha spinto per la riduzione del numero iscritti nelle gare nostrane fischieranno le orecchie… Il pubblico poteva così osservare il passaggio di un gran numero di auto decisamente differenti. E, avendo fatto da spettatore forzato sulla PS che ci è costata la gara, devo dire che i passaggi dei due rally “minori” erano di gran lunga più spettacolari: l’urlo dei motori Porsche o i traversi degli Escort valgono da soli il viaggio in Belgio per assistere alla gara!

(nota tecnica: i tempi delle Porsche Gt erano migliori di quelli delle S1600, con grandi accelerazioni e velocità in curva vistosamente più basse… sarei curioso di sapere i costi di una macchina di quel genere).

A proposito del pubblico: gli spettatori pagano da queste parti, e non poco (35 € il pass per i 2 giorni, 8 € per una singola prova) ma visto il gran numero di accessi sulle prove spesso si intrufolano un po’ dovunque facendo i portoghesi. Notevole lo spiegamento di forze dei commissari, praticamente uno per curva. Questi, severissimi, obbligavano tutti a stare molto lontani dalla strada; decisamente ampio l’uso delle fettucce per interdire l’accesso alle zone che potrebbero anche essere vagamente pericolose e le prove speciali erano state già preparate durante le ricognizioni, quindi con circa 4 giorni di anticipo sullo svolgimento della gara!

Molto istruttiva è stata poi la visita fatta in direzione gara: tutti gli inizi prova erano tenuti sotto controllo tramite webcam, un elicottero della polizia dotato di telecamera seguiva costantemente l’apripista e le immagini venivano riproiettate sul muro in direzione gara, in questo modo la situazione del percorso era costantemente sotto controllo. Un secondo elicottero con a bordo un medico era in grado di intervenire in pochi minuti sulla scena di qualunque incidente in modo da dare notizie sull’agibilità del percorso senza dover interrompere le partenze per motivi superabili. Sono rimasto davvero impressionato dalle forze utilizzate. Il Belgio, e quindi Ypres, ha dovuto rinunciare da alcuni anni agli sponsor del tabacco ma l’organizzazione riesce sempre a cavarsela molto bene; proprio grazie anche al fatto di far pagare gli spettatori. Infatti mi dicevano che a causa di una flessione del pubblico nel 2004 l’edizione passata si è chiusa con un passivo di 100.000 euro.

 

(testo non completato per la mancata pubblicazione dell’articolo)