CAMPIONATO ASIA-PACIFICO

APPUNTI DI VIAGGIO

 

 

Testo scritto da me nei panni di Nico Caldarola, per un articolo che poi non è mai stato pubblicato.

 

 

PREMESSA

 

Per meglio facilitare la comprensione delle prossime pagine credo doveroso spiegare qualcosa in più sul tipo di gare che abbiamo dovuto affrontare nel corso del campionato e come ci siamo organizzati.

Le 6 gare che compongono il campionato devono rispettare un formato prestabilito imposto dalla FIA: da Martedì a Giovedì ricognizioni, Venerdì mattina verifiche, Venerdì pomeriggio prima tappa, Sabato seconda tappa, Domenica terza tappa e premiazione. Le prove speciali devono essere al massimo di 33 km e la loro lunghezza totale deve essere compresa tra i 250 i 300 km. La caratteristica più originale del campionato è quella del cosiddetto formato SUPERally: viene stilata una classifica tappa per tappa e viene data ad ogni concorrente ritiratosi la possibilità di partire nelle tappe successive; la classifica di tappa premia solo i primi 3 classificati (3 punti al primo poi a scalare) mentre la generale premia i primi 6 classificati con l’usuale scaletta (10 al primo poi 6, 4, ecc.). Questo aggiunge un’interessante possibilità di tornare a casa con un piccolo premio di consolazione e non obbligando a ritirarsi definitivamente per un problema minimo.

Per quanto riguarda la nostra organizzazione siamo partiti da casa con due container contenenti la macchina da corsa, il muletto, il furgone per l’assistenza, le gomme per le prime gare, una quantità di ricambi e l’indispensabile provvista di pasta e sugo per non sentire troppo la distanza da casa…

Quello che abbiam portato doveva servire per tutta la stagione anche se poi, come si vedrà, diversi “fuori programma” ci hanno costretti a far viaggiare molto altro materiale tra la sede della Top Run e l’altro lato del mondo.

 


RALLY DI CANBERRA – Canberra (Australia) – 4-6 Maggio

 

La partenza per l’Australia e per la prima prova del campionato porta con sé molti interrogativi sull’opportunità di aver scelto di investire su un campionato così diverso da quelli di casa nostra. L’aver disputato metà della stagione scorsa mi ha però permesso di avere un’idea di quello che stava per attendere, anche se già sapevo che si sarebbe trattato di esperienze uniche e irripetibili.

Il Rally di Canberra è la seconda gara di Australia per importanza ma, per unanime parere dei rallysti di laggiù, le prove speciali sono le più belle in assoluto, molto meglio di quelle che a Perth (4000 km più in là) impegnano i partecipanti al Campionato del Mondo. Non ho mai corso a Perth ma non posso che concordare sul fatto che le prove sono davvero belle!

La gara è il massimo dal punto di vista logistico: direzione gara, verifiche, parco chiuso, parco assistenza e prova spettacolo sono nello stesso posto mentre le prove percorrono le fitte foreste che circondano la verdissima capitale australiana.

Particolare curioso: veniamo ospitati in un campeggio dentro ad alcuni grandi bungalow. Peccato che il vortice di cose da fare non ci permetta di godere appieno della quiete. In compenso ci ritroviamo circondati dai canguri che, approfittando del periodo di bassa stagione, gironzolano indisturbati in cerca di cibo.

Si tratta probabilmente degli stessi canguri che, nella non lontana foresta di Kowen, monopolizzeranno la scena Domenica. Nel corso della terza tappa tutti gli equipaggi (e anche noi) si ritrovano a sfiorare canguri in prova speciale. Comprendo più facilmente il punto di vista degli australiani che per i canguri non mostrano lo stesso entusiasmo di noi europei e che li reputano soprattutto pericolosi per la circolazione.

La prova spettacolo di Canberra è la più bella che abbia mai visto: si disputa nell’impianto di trotto adiacente al quartiere fieristico e presenta due curve lunghissime che le auto percorrono di traverso con le due corsie separate da un robusto new jersey e da un pezzo misto sul prato centrale con salto e tunnel per permettere lo scambio di corsia. La prova si affronta alla fine di ognuna delle tre tappe e proprio lì arriviamo a giocarci il secondo posto di gruppo N quando entriamo nell’ultima prova del rally con soli 2”9 sul giovane Herridge che in questa prova ci ha sempre battuto. Ci sfidiamo a fianco a fianco sotto gli occhi di migliaia di spettatori e la tensione si taglia col coltello. Pur andando al massimo perdiamo ancora 1”9 ma il secondo che avanza è più che sufficiente a farci festeggiare l’esordio nel nuovo impegno e a guardare con ottimismo al futuro.

 

Classifica finale

 

1. Bourne – Stacey                              Subaru Impreza WRC             2.55’41”2

2. Bates – Taylor                                 Toyota Corolla WRC              a 1’09”9

3. Crocker – Foletta                            Subaru Impreza WRX             a 1’45”4

4. Caldarola – Arena                        Mitsubishi Lancer Evo VI    a 6’20”8

5. Herridge – Carlton                          Subaru Impreza WRX             a 6’21”8


RALLY DELLA NUOVA CALEDONIA – Nouméa – 1-3 Giugno

 

Sperduta nel Pacifico, la colonia francese non si può chiamare un’isoletta essendo circa 500x100 km, i paesaggi sono comunque quelli delle isole tropicali che tutti sogniamo. Quasi nessuna delle persone con cui ho parlato in Italia sa dove sia la Nuova Caledonia eppure, così lontano da noi vive una piccola colonia di italiani: sono circa 170 e, arrivati qua per i motivi più disparati, non sono più ripartiti. C’è il muratore friulano arrivato a costruire qua per una ditta italiana (perché di muratori bravi qua non ce n’è) a inizio anni settanta e poi rimasto. C’è il corridore ciclista che, arrivato per una gara di dilettanti, ha conosciuto una ragazza e non è più tornato e via così, attraverso 100 storie tutte diverse. Non posso però fare a meno di sorprendermi quando a cena a casa di Gianni (presidente dell’Amicale des Italiens) conosco Antonio che addirittura suonava in un complesso con mio zio! Non è solo la bellezza delle donne di qua ad aver trattenuto i nostri connazionali: l’isola è proprio bella e poiché le speciali sono in zone lontane tra di loro ogni giorno scopriamo paesaggi differenti. Si passa dalle prove sul bordo del mare a quelle in montagna a quelle sulla terra rossa del Sud su strade generalmente molto veloci.

Al via della gara ci sono una ventina di macchine e non sono poche se si pensa che l’isola conta 200.000 abitanti… sarebbe come avere 300 rallysti a Roma!

La lotta in gara è col malese Singh (del team Proton ufficiale) ed il locale Leyraud (plurivincitore di ogni rally da queste parti) e al termine della prima tappa abbiamo 32” di vantaggio dopo una giornata tutta all’attacco. Sulla seconda prova di Sabato però va tutto storto. Poco dopo il via, ingannati da una serie di dossi che si affrontano in quinta, arriviamo troppo veloci in una “destra 2” che attraversa il letto di un torrentello. Il terrapieno fa da trampolino e capottiamo. L’elicottero della Tv dell’isola riprende tutta la scena e le immagini apriranno la pagina sportiva del Tg serale regalandoci, nostro malgrado, una notevole popolarità. Il bilancio dei danni è pesante: io ho due costole rotte, la macchina deve essere riportata in Italia per le riparazioni, Singh (che è il principale avversario per il campionato) chiude al secondo posto e i punti persi in quest’occasione  diventeranno decisivi alla fine dell’anno.

 

Classifica finale

 

1. Leyraud – Scott                              Subaru Impreza WRX       2.49’17”

2. Singh – Oh                                      Proton Pert                              a 31”

3. Creugnet – Caillard                         Subaru Impreza WRX         a 9’18”

4. Christian – Bensaci                          Audi S2                             a 15’06”

5. Thomas – Solia                               Ford Escort Cosworth       a 18’21”


RALLY DI ROTORUA – Rotorua (Nuova Zelanda) – 29 Giugno-1 Luglio

 

Ero già stato in Nuova Zelanda l’anno scorso per disputare il tradizionale appuntamento iridato, valido anche per l’Asia-Pacifico. Quest’anno alla serie continentale viene riservato un appuntamento ad hoc: il Rally di Rotorua. Mi ritrovo quindi a dover ripartire da zero con le note e l’esperienza dell’anno prima non serve a nulla. In più la gara è davvero difficile: ricognizioni limitate a 2 passaggi sulle 16 prove diverse (solo 3 speciali vengono ripetute in gara) per un totale di 230 km di note da scrivere…

Se buona parte delle prove della seconda tappa non dicono molto, essendo composte da tratti velocissimi interrotti da bivi, la prima tappa prevede il passaggio sulla prova di Motu che ha fatto la storia del Rally di Nuova Zelanda quando questo si spingeva fino a qua. Quando ci arrivo in ricognizione capisco da dove derivi quest’aura di leggenda che avvolge il nome di Motu per i rallysti di quaggiù. Due prove di 20 e 24 km su una strada guidatissima (la media sarà di 60 km/h) stretta tra il monte e la verdissima valle. Il quaderno delle note si riempie di pagine e pagine di curve uguali una all’altra solo in apparenza.

Il programma delle ricognizioni è sempre molto intenso; per rilassarmi la sera sfrutto la caratteristica di città termale di Rotorua e faccio bagni rilassanti, massaggi, fanghi ecc.

Essendo la macchina da gara in viaggio per l’Italia per le riparazioni corriamo col muletto: un duro lavoro di ricondizionamento impegna i ragazzi della Top Run per tutti i giorni prima della gara ma i loro sforzi saranno presto vanificati.

Si parte proprio con le due prove di Motu e una scelta di gomme non felice mi fa perdere subito terreno da Singh che addirittura vince la prova 2. E’ ormai buio pesto quando arriviamo a disputare la terza prova, la lunga Whakarau: 30 km di strada molto bella ma anche ricca di insidie. A 2/3 di prova un’innocua “sinistra 5” ci vede volare fuori strada e piombare in mezzo agli alberi… non sono ancora riuscito a capacitarmi di come sia potuto succedere… il botto è davvero brutto ma, anche se un po’ centrifugati, usciamo dall’auto tutti interi.

Nelle discussioni pregara con tutti i piloti Motu sembrava essere il pilastro della gara ma alla fine non incide poi molto: Singh perde posizioni e chiude 2° di N, il resto della classifica è riservato ai padroni di casa e vede il dominio assoluto di Bruce Herbert.

 

Classifica finale

 

1. Herbert – Ryan                               Subaru Impreza WRX                  3.04’07”2

2. Hawkeswood – Haldane                 Mitsubishi Lancer Evo 6                  a 1’57”7

3. Argyle – Smith                                Mitsubishi Lancer Evo 7                  a 3’17”1

4. Jones – Bult                                    Mitsubishi Lancer Evo 6                  a 4’52”4

5. Singh – Oh                                      Proton Pert                                      a 4’55”2

 

 


RALLY DI MALESIA – Melaka – 7-9 Settembre

 

Novità in Malesia: al mio fianco ritrovo Paolo Cecchini che a fatica convinco a ritornare a correre mentre Nicola Arena si occupa solo della parte logistica. L’esperienza delle gare precedenti ci ha mostrato che fare tutte e due le cose era uno sforzo insostenibile e le vicissitudini avute in Malesia con la consegna dei containers lo hanno confermato: attesi per lunedì mattina sono arrivati con 48 ore di ritardo grazie a una serie di incomprensioni tra spedizioniere, organizzatori e titolare dell’officina presso cui ci appoggiamo. Tutto è bene quel che finisce bene: entro in possesso del mio muletto in tempo utile per le ricognizioni.

Ero già stato in Malesia nel 2000 e così, per non darmi troppo vantaggio, la sede di gara viene spostata 200 km più a Sud nella cittadina di Melaka, ricca di testimonianze storiche ma molto meno piacevole di Kuala Lumpur, dove eravamo l’anno passato.

La tipologia di prove non cambia granché: sempre in mezzo alle piantagioni di palme che, disposte con grande regolarità, creano un effetto labirinto nel quale ci si sente davvero persi e vedere i frequenti cambi di direzione non è facile. Inoltre la strada è stretta e la vicinanza delle piante rende pericolosa ogni curva.

Durante le ricognizioni, nel fare manovra in un’inversione particolarmente stretta, resto con due ruote in un fossetto … tutti si fermano per aiutare (anche perché blocco la strada) ed è in questa occasione che, tra una spinta e l’altra, insegno qualche espressione colorita agli amici malesi!

Il Rally di Malesia è in profonda crisi: da un lato la difficile situazione economica dall’altro le lotte di potere in federazione hanno portato i 50 partenti di 7-8 anni fa agli 11 di quest’anno…

Come già imparato l’anno scorso il fango malese è qualcosa di terribile: uno strato superficiale denso e colloso si appoggia su una base compatta garantendo il grip peggiore che non mi sia mai capitato di sperimentare, non si sta letteralmente in piedi! Ed ecco che, puntualissima, la pioggia arriva a cadere, violenta come solo all’Equatore, un’ora prima della partenza. Il parco assistenza diventa una palude, le prove diventano impraticabili (al punto che gli sventurati al via con piccole auto pagheranno ai CO tra una prova e l’altra non riuscendo neanche a rispettare i tempi di settore). Singh e il suo compagno di squadra Jimmy Low si trovano decisamente a loro agio e si involano. Io e Paolo ci affanniamo a restare in strada e a tenere la terza piazza, ma è tutto quello che riusciamo a fare senza rischiare troppo. Visto come sono andate le cose finora è importante arrivare.

La gara si svolge senza alcuna emozione se non l’iniziale predominio di Jimmy Low sul compagno di squadra grazie a una migliore scelta di gomme (in tre prove ha guadagnato ben un minuto e mezzo!). Sabato non piove più e il sole ricompare Domenica e finalmente ricomincia ad asciugare le strade, anche se davvero troppo tardi.

Singh festeggia la prima vittoria nel rally di casa e nello stesso momento in cui lui è impegnato a fare baldoria io torno a casa meditando di rifarmi alla prima occasione.

 

Classifica finale

 

1. Singh - Oh                                      Proton Pert                                    3.21’26”

2. Low Lek Han - Hassan                   Proton Wira 4WD                           a 3’19”

3. Caldarola - Cecchini                     Mitsubishi Lancer Evo VI          a 10’13”

4. Lloyd - Gullick                                Mitsubishi Lancer Evo VI              a 29’41”

5. Rajoo - Rajoo                                 Proton Satria                                 a 39’21”


RALLY DI CINA – Shaoguan – 20-22 Ottobre

 

Il Rally di Cina ha abbandonato il criticatissimo percorso dei tempi del mondiale e ora si è spostato, anche per ragioni di sponsor, molto più a Sud, nella pressoché sconosciuta città di Shaoguan, a 300 km da Hong Kong. Nel cambio la qualità della gara ci ha senz’altro guadagnato: le prove speciali sono molto belle, estremamente varie per tipologia di percorso e paesaggi attraversati ma sempre su una superficie compatta… una vera delizia per il pilotaggio!

Al mio fianco questa volta Dario D’Esposito, a causa degli impegni di lavoro di Paolo, che conosco da lungo tempo e che mi naviga per la prima volta.

A Shaoguan non c’è aeroporto: il modo più conveniente di arrivarvi è  col treno da Hong Kong e si può quindi dire che l’avventura comincia già al momento in cui arriviamo alla stazione ferroviaria. La prima classe è molto accogliente: tende e pizzi dovunque e, con stupore, scopriamo che esistono solo cuccette, ci sediamo quindi sui letti che ci sono stati assegnati e viaggiamo comodissimi. Tra Hong Kong e Cina c’è il posto di confine ed è obbligatorio scendere dal treno con tutti i bagagli, passare il controllo doganale e risalire, un motivo in più per perdere tempo. Anche grazie ad altre soste ed alla bassa velocità del treno arriveremo a Shaoguan dopo oltre sei ore. E’ buio e non si vede nulla della città, però l’albergo è bello, nulla a che vedere con quello che temevamo!

Il sole dell’indomani fa luce sulla vera Cina e la realtà in cui ci immergiamo è molto lontana da quella di casa nostra. Pochissimi fortunati hanno l’auto (costo minimo 13 milioni, lo stipendio del personale dell’hotel è di circa 200mila al mese), per lo più il traffico è composto di taxi, camion, moto, biciclette e pedoni che non possono permettersi nemmeno la bici. Caratteristica principale del traffico cinese è la sua imprevedibilità… schivare mezzi contromano, pedoni distratti, veicoli lenti è una costante.

I container di tutti i team sono stati parcheggiati in una fabbrica diroccata non lontana dall’hotel. Per arrivarci si deve passare lungo una via che offre uno spaccato di vita cinese: la gente che vende qualunque cosa sul bordo della strada (dai prodotti dell’orto ai dolcetti, dalle pile ai cubetti di carbone); bambini che espletano le loro necessità fisiologiche davanti a casa (se così si può chiamare un fondo adibito ad abitazione). Scopriremo poi che c’è persino chi vive nella fabbrica!

La gara parte con una prova spettacolo su una pista a due corsie di 3,5 km. Il faraonico impianto è di proprietà di un noto attore locale che partecipa al rally. Il pubblico arrampicato sulle colline è stimato in 50mila persone. La partenza è festeggiata con danze folkloristiche e fuochi di artificio e la cornice è davvero affascinante.

La gara, disturbata da un caldo sempre crescente, ci vede soffrire in avvio per poi rimontare e prendere la testa in chiusura di tappa per solo 1” sul solito Singh.

Il duello continua l’indomani nelle prove più lunghe e riusciamo a guadagnare terreno fino ad avere 21” di vantaggio e saranno le corte e veloci prove della tappa finale a decidere il vincitore.

Purtroppo durante la volata finale si manifesta un problema serio: la pessima qualità del carburante fornito dagli organizzatori (che era stato oggetto di critiche già prima della gara) fa sì che il rendimento del motore sia sempre più scarso e l’emorragia di secondi sia sempre più grave. Pensate che nel punto più veloce della prova finale perdo ben 25 km/h di velocità rispetto al primo passaggio! Al fine prova ci sono tutti: i fotografi, gli operatori tv e soprattutto gli uomini della Top Run. Abbiamo conservato 2”4… è fatta!!! La gioia di tutti esplode incontenibile, vincere qua è stata davvero una soddisfazione grandissima.

 

Classifica finale

1. Caldarola - D’Esposito     Mitsubishi Lancer Evo VI                3.24’24"7

2. Singh - Oh                           Proton Pert                                                a 2"4

3. Chen Chi Wah - Chan Tang Po Lin Mitsubishi Lancer Evo V          a 10’49"0

4. Green - Mc Kay                  Mitsubishi Lancer Evo VI                    a 11’30"2

5. Lloyd - Gullick                    Mitsubishi Lancer Evo VI                    a 13’44"1


RALLY DI TAILANDIA – Pattaya – 30 Novembre-2 Dicembre

 

Anche il Rally di Tailandia cambia sede di gara… sembra si siano messi tutti d’accordo per rendere inutile l’esperienza fatta nelle gare dell’anno scorso. La nuova base del rally è a Pattaya, celebre località turistica a 150 km da Bangkok. Una cittadina che esiste solo come meta turistica e che non è altro che un agglomerato di bar, locali notturni, ristoranti e negozi di souvenir.

Arrivo qua con ancora qualche chance di vincere il titolo: devo vincere gara e tre tappe e sperare che Singh non raccolga più di tre punti. Un po’ poco ma io e Paolo ci proveremo fino in fondo.

Si sta davvero bene in Tailandia in questo periodo, non piove mai e il clima si mantiene caldo e abbastanza secco. Un programma di ricognizioni non troppo tirato ci permette di dedicarci a lungo alla piscina e ai tonificanti massaggi.

Il percorso di gara si dipana nelle campagne a 50 km da Pattaya: le prove sono completamente pianeggianti e molto veloci, sono sicuro di poter fare bene.

Ai nastri di partenza ci sono numerosi equipaggi tailandesi che sulle prime prove faranno segnare dei bei tempi, salvo poi perdersi poco alla volta per problemi meccanici o a causa della loro irruenza. La Proton, per dare una mano a Singh, schiera Jimmy Low con una Pert (l’equivalente della Lancer Evo 6) preparata per l’occasione. Inoltre l’occasionale presenza dell’inglese Alistair Cavenagh costituisce un ulteriore motivo di interesse.

Al via è Jimmy Low a prendere il comando delle operazioni, ben deciso a far la lepre.. ma è solo un fuoco di paglia: falloso come già in altre occasioni il malese fora due gomme sulla terza prova e subisce un pesante distacco. Cavenagh si rivela molto veloce ed abbiamo il nostro bel daffare a mettere dietro Singh e lui. Comunque chiudiamo la tappa al comando con Singh al secondo posto. Proviamo anche l’emozione di superare un motorino in prova speciale! Malgrado il buon livello organizzativo della gara qualche sbavatura rimane…

La seconda giornata il duello con Singh continua e solo nell’ultimo passaggio sulle prove riusciamo ad allungare decisamente fino ad accumulare 37”. Singh è ancora secondo nella classifica di tappa e questi punti gli bastano ad aggiudicarsi il campionato.

L’indomani Singh parte forte e sulla prima prova, più lenta delle altre e ricca di bivi, si riprende ben 11” ma reagiamo bene e riusciamo a mantenere il vantaggio fino alla fine. Un’altra vittoria! Mi resta la soddisfazione di essere l’unico ad aver vinto due gare in campionato quest’anno e mi sento comunque soddisfatto anche se qualche piccolo rimpianto per come sono andate le cose inevitabilmente c’è.

La giornata conclusiva vede anche un episodio piuttosto divertente: Cavenagh e Lloyd, ripartiti per la terza tappa dopo essersi fermati il giorno prima, rientrano al parco assistenza dopo due prove e si ritirano per i postumi della serata precedente in cui pare che le birre aperte siano state un po’ troppe!

All’arrivo della gara solo 7 delle 29 auto partite, questo malgrado un percorso non eccessivamente duro per la meccanica.

Il podio finale sul lungomare di Pattaya dovrebbe essere l’ultimo atto della carriera di Paolo, a meno che non riesca a convincerlo nuovamente a staccare dal chiodo matita e quaderno!

 

Classifica finale

 

1. Caldarola - Cecchini                     Mitsubishi Lancer Evo VI                 2.33’03”

2. Singh - Oh                                      Proton Pert                                               a 25”

3. Low Lek Han – Hassan                  Proton Pert                                            a 3’17”

4. Pornsiricherd – Vilalaik                    Honda Civic                                        a 18’01”

5. Rajoo – Rajoo                                Proton Satria                                       a 19’04”

 


IN CONCLUSIONE

 

Quest’anno mi ha permesso di vivere esperienze uniche uniche, sotto ogni punto di vista, e non vedo l’ora che ricominci la nuova stagione per riprovarci. Certo, le spese di trasferta incidono pesantemente sul budget necessario per affrontare tutto il campionato e le oltre 200 ore di aereo  sono dure ma il controvalore non è minimamente comparabile con quello che si può avere correndo in Italia.

Il prossimo anno il Rally di Malesia lascerà il campionato, a causa delle carenze organizzative, e sarà sostituito dal Rally di Hokkaido in Giappone che per la prima volta ospita una rally valido per un titolo FIA, ed è inutile che vi dica che sarò molto orgoglioso di esserci.

Spero che queste pagine, che non possono che essere un piccolo riassunto di tutte le cose che abbiamo visto e vissuto, vi abbiano fatto venire la voglia di provarci e di saperne di più. All’anno prossimo con nuovi racconti!

 

Le classifiche finali del campionato

Assoluta

Gruppo N

Singh (MAL – Proton Pert)

60 

Singh (MAL - Proton Pert)

73

Caldarola (I – Mitsubishi Lancer)

49

Caldarola (I - Mitsubishi Lancer)

52

Herbert (NZ – Subaru Impreza)

19

Crocker (AUS - Subaru Impreza)

18

Leyraud (F – Subaru Impreza)

18

Jimmy Low (MAL – Proton Pert)

18

Jimmy Low (MAL – Proton Pert)

18

Jones (NZ - Mitsubishi Lancer)

16